Che cosa è la fibula?

La fibula (o perone) è un osso lungo, più sottile della tibia rispet­to alla quale è laterale, formato da un corpo e da due estremità. Il corpo è rettilineo e …

La tibia è un osso lungo che, assieme al perone, forma lo scheletro della gamba. La tibia è situata nella parte anteromediale della gamba. Essa è composta da una diafisi e due epifisi. Nella sua porzione più craniale presenta una leggera convessità mediale per poi presentarsi lateralmente nella sua porzione caudale.

Qual è l’epifisi distale della tibia?

L’epifisi distale della tibia risulta essere più piccola della prossimale, essa si continua medialmente e in basso con il malleolo tibiale. La faccia inferiore presenta una cavità concava in senso antero-posteriore. La faccia è divisa in due da una cresta sagittale che corrisponde alla troclea dell’astragalo (osso del piede).

Come si muove il perone rispetto alla tibia?

Mentre il perone si muove pochissimo rispetto alla tibia, le articolazioni che forma contribuiscono significativamente alla funzione della parte inferiore della gamba. Le articolazioni tibiofibolari prossimale e distale consentono al perone di regolare la sua posizione rispetto alla tibia, aumentando il raggio di movimento della caviglia.

Qual è la più famosa fibula dell’Italia antica?

La più famosa fibula dell’Italia antica è forse la fibula prenestina, rinvenuta nel 1871 a Palestrina (l’antica Praeneste) e conservata al Museo Pigorini di Roma. La peculiarità della fibula è rappresentata dall’iscrizione apposta su di essa, che è il più antico documento scritto in latino.

Cosa è l’infibulazione?

L’infibulazione è un’usanza tradizionale diffusa in modo particolarepresso le popolazioni che abitano l’Africa subsahariana. Ma non solo, anche nei paesi a predominanza islamica dell’Asia,come Iran, Iraq, Oman, Yemen, Arabia Saudita ed Israele è presente questa tradizione.

Qual è la Fibula prenestina?

La fibula prenestina è una spilla in oro della metà del VII secolo a.C., ritrovata a Palestrina (l’antica Praeneste, Preneste), che reca un’iscrizione in latino …

Quali erano le dimensioni delle fibule?

Le fibule erano generalmente di bronzo e più tardi di ferro, ma ne sono state trovate anche d’ argento o d’ oro e, in età imperiale, anche decorate con gemme. Le dimensioni potevano variare dai 2 ai 50 cm, anche se raramente superavano i 20 cm.

Qual è la lunghezza della tibia?

La tibia è il secondo osso dell’intero corpo umano per lunghezza. Si tratta di un osso lungo che si articola superiormente con il femore e la patella nell’articolazione del ginocchio, supero-medialmente con il perone così come infero-medialmente, ed inferiormente con l’ astragalo .

Qual è la diafisi della tibia?

La diafisi della tibia, di sezione triangolare, è divisa fra tre margini (anteriore, mediale e interosseo ovvero laterale) nelle facce mediale, laterale e posteriore a superficie liscia.

Qual è l’estremità prossimale della tibia?

L’estremità prossimale della tibia è la porzione tibiale situata più vicina al femore. Implicata nell’articolazione del ginocchio, è una zona visibilmente allargata, con due evidenti prominenze, le quali prendono il nome di condilo mediale e condilo laterale.

Dolore nella parte inferiore e interna della tibia. Il dolore si sente quando si inizia a correre e nelle prime fasi passa dopo alcuni minuti. Nei casi più avanzati, il dolore rimane durante l’allenamento e si sente anche a riposo. Dopo un allenamento, si può sentire anche di notte. Dolore di origine muscolare

L’estremità distale della tibia è la porzione tibiale localizzata più vicino al piede. Come l’estremità opposta, è una zona visibilmente allargata e con caratteristiche tali che le consentono di articolarsi con le ossa tarsali del piede e formare la caviglia.

Come avviene l’apofisi tibiale anteriore?

L’apofisi tibiale anteriore viene lesa in traumi con ginocchio atteggiato in flessione o più raramente in estensione. Nei traumi più complessi, con il coinvolgimento di tutte le strutture della epifisi tibiale il meccanismo traumatico è composito. In circa il 20% dei casi alla frattura si associano danni legamentosi.

Cosa sono la tibia e il perone?

La tibia e il perone (o fibula) sono le due ossa che compongono il segmento distale dell’arto inferiore, cioè dal ginocchio in giù fino al piede. La tibia è un osso lungo posto nella gamba più medialmente rispetto al perone e che presenta un’estremità prossimale, un corpo ed un’estremità distale.

Quali sono le fratture tra tibia e perone?

Frattura Tibia e Perone . Tibia e Perone. Tibia e perone sono le due ossa lunghe della gamba che corrono parallele l’una all’altra. La tibia è la più grande e, tra le ossa lunghe, è quella con la maggior percentuale di fratture per via della sua posizione superficiale sotto la pelle nella gamba.

Come trattare la frattura del pilone tibiale o del perone?

Il trattamento in caso di rottura del pilone tibiale o del perone dipende dal tipo di frattura e dalla sua gravità. Trattamento non chirurgico. Una frattura chiusa o semplice potrebbe non richiedere un intervento chirurgico. Il chirurgo ortopedico allineerà le ossa nella posizione corretta senza intervento chirurgico (riduzione chiusa).

Quanto tempo può richiedere il recupero del pilone tibiale?

Il recupero in caso di frattura del perone può richiedere sei settimane o più, mentre la frattura del pilone tibiale può richiedere da 4 a 6 mesi per guarire completamente. Gestire il dolore è molto importante per un recupero più veloce.

Come avviene l’infibulazione in Italia?

Infibulazione in Italia. L’infibulazione è una pratica che non viene svolta in Italia, tuttavia negli ultimi anni, a causa dei flussi migratori provenienti dall’Africa, si presume che tali pratiche vengano praticate ad oggi sul nostro suolo, illegalmente. Infibulazione e legge.

Qual è l’infibulazione femminile?

L’ infibulazione (dal latino fibula, spilla) è una mutilazione genitale femminile.

Qual è la pena per l’infibulazione?

L’infibulazione (dal latino fibula, spilla) è una mutilazione genitale femminile. … Al codice penale è aggiunto l’articolo 583-bis che punisce con la reclusione da quattro a dodici anni chi, senza esigenze terapeutiche, cagiona una mutilazione degli organi genitali femminili.

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