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Giornalista messicano specializzato in affari internazionali
Il futuro che ci attende è cupo. L’essere umano è condannato a rifare la storia, soprattutto in quei capitoli che hanno a che fare con l’autodistruzione.
Il nazionalismo, il razzismo o il potere hanno sempre cercato di mettere in ombra i valori essenziali che dovrebbero consentire alle società di vivere in pace, in armonia, con uguaglianza e sviluppo; dove la modernità è uno stimolo per raggiungere la prosperità per tutti, nel nord e nel sud dei continenti, per bianchi e neri.
La guerra in corso in Ucraina, dopo che la Russia ha usato l’espansione della NATO come scusa per invadere i suoi territori di influenza, ci ricorda che gli esseri umani, o parte di coloro che salgono al potere, si sono evoluti poco, nonostante i tentativi che sono stati fatti per creare istituzioni che impediscano più guerre.
Il multilateralismo ha fallito e gli Stati Uniti, lungi dall’essere disposti a condividere il potere e consentire a un mondo multipolare di prendere forma, vogliono continuare a soggiogare altre regioni per mantenere la propria supremazia.
Allo stesso tempo, la Russia è determinata a riconquistare la sua egemonia a spese di paesi instabili e volubili dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Il suo presidente, Vladimir Putin, considera ancora sue le ex repubbliche sovietiche e si sente offeso dalla seduzione, proveniente dall’Occidente, nei loro confronti.
Sfortunatamente, sia la Russia che gli Stati Uniti lo fanno con le armi. Il primo, utilizzandoli direttamente; il secondo, fornendo loro. Di nuovo la guerra come unico meccanismo per piegarsi e cercare di vincere. In fin dei conti, le armi sono un affare che non deve smettere di essere redditizio.
Quelli di noi che cercano di capire i “giochi di potere” analizzano anche le decisioni che i potenti prendono per compiere i loro misfatti per ottenere il loro predominio. Vogliono che i media e le società li giustifichino, siano d’accordo con loro, approvino le loro azioni, quasi come se le loro armi, attacchi e guerre fossero una parte intrinseca dell’essere umani.
Secoli fa erano imperi, ora sono nazioni che da quasi 80 anni cercano la supremazia: gli Stati Uniti, la Russia o la Cina dopo la seconda guerra mondiale, e l’Unione Europea dopo la caduta del muro di Berlino. Quest’ultima agisce come una doppia zona, poiché funziona, da un lato, come lo stesso Paese che condivide elementi essenziali come la moneta e la libera circolazione di persone e merci, ma, allo stesso tempo, rispetta la formazione dello Stato Nazione sotto la loro cultura e storia, le loro lingue, inni e territorialità.
L’Unione europea è stato il migliore dei modelli che ha sviluppato quelli che conosciamo come “valori umani”, sebbene la sua prevalenza sia stata minacciata in più di un’occasione. Ora assistiamo a un nuovo attacco alla sua stabilità mentre si trova ad affrontare una grave crisi economica e sociale a causa della carenza di energia e cibo. Ma anche politico, prima per la partenza del Regno Unito, e poi per l’avvento al potere di partiti di estrema destra, come è successo di recente in Italia. Ricordiamo che tre dei principali obiettivi dell’Ue sono “promuovere la pace e la sicurezza e rispettare i diritti e le libertà fondamentali”.
Un’altra istituzione che cerca di “mantenere la pace e la sicurezza internazionale” sono le Nazioni Unite, ma purtroppo sono diventate obsolete. La sua struttura risponde ai tempi della fine della seconda guerra mondiale, ma è lontana dalle esigenze e dalle sfide attuali.
Il fatto che i cinque “vincitori” della seconda guerra mondiale continuino ad essere gli unici con potere di veto, e tra questi ci sono Cina, Russia e Stati Uniti, significa che le loro intenzioni di promuovere la pace nel mondo non avranno senso se i loro interessi non saranno favorirli, tanto meno quello di “promuovere relazioni amichevoli tra le nazioni”, “svolgere la cooperazione internazionale per risolvere i problemi internazionali…” o “servire da centro che armonizza gli sforzi delle nazioni per raggiungere questi scopi comuni”, come affermato in suo statuto fondatore.
Le Nazioni Unite sono diventate solo un confessionale, poiché, quasi alla fine del primo quarto del 21° secolo, si ha la sensazione di essere più vicini a una guerra globale che a una pace generalizzata.
Vedere il bombardamento che l’esercito russo ha effettuato in queste ultime ore su kyiv, la capitale ucraina, conferma che stiamo andando indietro invece di avanzare. E che gli sforzi compiuti nella ricerca di istituzioni che promuovano il multilateralismo, per trovare una pace duratura, siano solo l’illusione che rende le società ostaggio di coloro che salgono al potere, molte volte, per sempre.
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