Lungi da quanto molti credono, l’elezione di Norma Piña alla presidenza del Tribunale non è derivata da una contesa tra ministri favorevoli alle 4T e ministri contrari al governo. Nel terzo e ultimo turno, hanno votato a favore del ministro Pineapple: Yasmín Esquivel, Javier Laynez, Alberto Pérez Dayán, Juan Luis González Alcántara, Mario Pardo e lei stessa. Come puoi vedere, c’è Esquivel, che è pro-4T, e altri che sono lontani dal governo. Alfredo Gutiérrez Ortiz Mena ha votato per Arturo Zaldívar, Luis María Aguilar, Margarita Ríos Farjat, Loretta Ortiz e lui stesso. Anche qui c’è un mix di tendenze. In altre parole, nella votazione finale non c’è stata una separazione dei voti dovuta a tendenze ideologiche ma piuttosto a causa di vari fattori che solo la Corte conosce bene.
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Li conoscerai dalle loro reti
Con la sostituzione alla presidenza della Corte, il contrasto negli stili e nell’uso delle piattaforme digitali è subito evidente. Mentre l’attuale ex presidente, Arturo Zaldívar, è un habitué dei social, sempre presente su Instagram e, soprattutto, su TikTok, il nuovo presidente, Norma Piña, non usa i social. Pertanto, mentre l’SCJN invia dichiarazioni in cui afferma che Piña non ha un account Twitter, Zaldívar pubblica un nuovo video in cui annuncia che continuerà a fare tiktoking.
La voce di Marcello
Quello che ha mostrato la sua nuova nave è stato il ministro degli Esteri Marcelo Ebrard, che ha condiviso con orgoglio il suo vocho elettrico. “In questo 2022 il mio nuovo compagno di avventura, il vochito elettrico, è diventato il mio mezzo di trasporto preferito. Un classico. Cosa ci porterà il 2023?” ha condiviso il segretario. E mentre gli utenti della rete gli auguravano di vincere il sondaggio per essere l’alfiere di Morena nel 2024, altri scherzavano dicendo che “un’auto fuori circolazione non va con un presidente di una nazione”.
Monreal chiede un patto
Il capogruppo di Morena al Senato, Ricardo Monreal, ha proposto ieri di concretizzare “un patto con i futuri governanti” affinché tengano conto “dei fondatori” e dei “militanti in carne e ossa” di Morena, che, quando avranno vinto municipalità e stato i governi, e anche quello federale, non sono stati inclusi. Secondo il candidato alla candidatura di Morena alla presidenza, è un obbligo “correggere ciò che non va o migliorare ciò che non funziona”. Il legislatore zacatecano, vedendo le sue possibilità ridotte verso le elezioni del 2024, sta già cercando di non essere dato, ma piuttosto di essere messo dov’è? È una domanda.
Tornano i “goblin” del TEPJF
Amaro è stato il reclamo di ieri del capo di Morena a San Lázaro, Ignacio Mier, contro il Tribunale Elettorale per la sua sentenza contro la Camera dei Deputati. “È qualcosa che avevamo già pianificato, che sarebbero apparsi i folletti che privilegiano gli interessi rispetto a quelli interessati a farci avere una piena democrazia in Messico. Sono interessi e li conoscete, sono gli stessi che hanno organizzato i cortei” in difesa dell’Ine, ha accusato. “I privilegi, i soliti, vanno anche oltre i partiti politici. Queste sono azioni al di fuori della giurisdizione del tribunale”. Naturalmente, ha chiarito che “è il mio apprezzamento personale”. Bontà.
È meglio correggere?
Il capo del governo della capitale, Claudia Sheinbaum, è passato dall’umorismo al vantarsi che la sua coda di cavallo stava già diventando famosa, per via della propaganda a suo favore, al riconoscere che era meglio per i deputati federali di Morena abbassare lo spettacolare con la sua silhouette. “Mi sembra bene che si eviti qualsiasi questione di atto anticipato o qualsiasi questione di divisione interna”, ha detto il corcolata Il favorito di Palacio, ovviamente, dopo il ‘tiro d’orecchio’ che ha dato il presidente López Obrador, quando ha chiamato per non cadere negli eccessi con quella cosa di #EsClaudia. Certo, il presidente ha insistito sul fatto che “non è stata una decisione a cui ho partecipato, loro (i deputati) prendono questa decisione”.
