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Dietro porte chiuse. Così mercoledì scorso si è svolta un’importantissima apparizione dei membri del gabinetto di sicurezza davanti alla Commissione Bicamerale per la Valutazione e il Seguito delle Forze Armate Permanenti nei Compiti di Pubblica Sicurezza, presieduta da Senatore Ricardo Monreal. Per quanto riguarda il governo, i capi dell’Interno, Adán Augusto López; Sicurezza e protezione dei cittadini, Rosa Icela Rodríguez; dalla Difesa Nazionale, Luis Cresencio Sandoval, e dalla Marina, Rafael Ojeda. Da questa apparizione, a tratti dura, sono emerse diverse questioni, in particolare grazie ad alcuni interventi sui media di uno dei legislatori intervenuti, il senatore indipendente Emilio Álvarez Icaza.
È giusto riconoscere che la stessa celebrazione dell’apparizione è positiva (soprattutto considerando la segretezza che ha tradizionalmente caratterizzato l’esercito messicano). Si è però palesata anche la chiusura che ancora regna su alcune questioni. Ad esempio, il Segretario alla Sicurezza si è rifiutato anche solo di discutere uno dei temi di maggiore preoccupazione nella situazione attuale: l’utilizzo da parte dell’Esercito del software Pegasus per spiare i giornalisti. Quando Álvarez Icaza lo ha chiesto, il segretario ha ribaltato dicendo che “non c’è posto” per la domanda.
La cosa più significativa dell’apparizione è che ha mostrato l’ampiezza della frattura che la partecipazione delle Forze Armate a compiti di pubblica sicurezza ha generato, non solo tra il governo e l’opposizione, ma anche tra i poteri; l’Esecutivo, evidentemente favorevole, e la Suprema Corte di Giustizia della Nazione, contraria.
Nel governo e nell’esercito sembrano decisi a far pagare caro ai ministri l’audacia di invalidare il trasferimento della Guardia Nazionale alla Sedena. Lo stesso giorno dell’apparizione, in mattinata, il sottosegretario alla Pubblica Sicurezza, generale Luis Rodríguez Bucio, ha rivelato un singolare elenco di giudici “che difendono i criminali”. Colpisce non solo che un elenco del genere venga diffuso in una conferenza stampa, ma anche che tra i giudici che nascondono criminali sia comparso il nome, niente di più e niente di meno, del presidente ministro SCJN, Norma Lucía Piña.
È anche eloquente che, nel suo intervento durante l’apparizione di mercoledì scorso, il ministro dell’Interno abbia sottolineato che la Magistratura è “un fardello profondo” che “lascia impunita gran parte dei reati commessi”. Questa è un’affermazione piuttosto infelice. Certo, ci sono enormi ritardi nelle istituzioni per l’esecuzione della giustizia (e non mancheranno i giudici corrotti). Tuttavia, il più delle volte, l’impunità è dovuta alle scarse prestazioni dei pubblici ministeri. Alcuni magistrati di controllo si sono trovati persino nella dolorosa necessità di correggere la piaga dei pubblici ministeri che, in modo poco sottile, presentano inchieste piene di carenze e omissioni volute (che sono quelle che in genere facilitano l’uscita di delinquenti molto pericolosi sulla libertà).
Non sono tra quelli che automaticamente si strappano i vestiti prima di qualsiasi partecipazione dell’Esercito a compiti di pubblica sicurezza. Mi sembra che squalificare le Forze Armate per il semplice motivo che non sono “civili” sia un ragionamento profondamente semplicistico (che omette la realtà che la nostra polizia semplicemente non ha un quadro istituzionale, che è impossibile costruire dall’oggi al domani, che il L’esercito ce l’ha). Tuttavia, la drammatica concentrazione di risorse in mano ai militari ha inevitabilmente generato interessi, eccessi e corruzione che sarà sempre più difficile nascondere. Alla Magistratura spetta il difficile compito di fare da contrappeso a questa concentrazione di potere.
Nell’attuale contesto politico – cioè con l’opposizione al tappeto – questo confronto aperto tra l’Esecutivo e la Magistratura è la più grande minaccia all’assetto istituzionale del Paese. Sarebbe auspicabile che il prossimo governo cercasse di rimettere le acque in carreggiata, e di ristabilire un rapporto di rispetto reciproco (non di sottomissione come auspicato al Palazzo Nazionale). Per questo motivo, le questioni che sono state discusse nell’aspetto del gabinetto di sicurezza sono proprio quelle su cui è prioritario conoscere la posizione di corcholatas e aspiranti. Saranno anche questioni in cui sarebbe molto utile se, una volta iniziate le campagne, il candidato di Morena cercasse di prendere le distanze dal suo attuale capo.
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