PROFILO: ‘El Neto’, il giovane che controllava Ciudad Juárez

La carriera criminale di Ernesto Alfredo Pinón de la Cruz alias “La rete”iniziato quando non aveva ancora raggiunto la maggiore età.

Il leader della banda ‘Los Mexicles’, ucciso questa mattina dalla polizia di Stato, dopo essere fuggito dal Centro di Reinserimento Sociale n. 3 di Ciudad Juárez, insieme ad altri 29 detenuti, stava scontando una pena di oltre 200 anni in prigione.

Chi era “El Neto” di “Los Mexicles”?

A 17 anni, ‘El Neto’ è stato reclutato dall’allora capo del gruppo criminale, Eduardo SR, titolare di un “table dance”. Il capo ha protetto il giovane da un possibile attacco da parte di membri del Cartello di Juárez, accusandolo di “aver riscaldato la piazza” e di non aver pagato loro i “diritti di sala”.

Tra il 2006 e il 2010, Ciudad Juárez ha subito un’ondata di violenza che comprendeva, oltre agli omicidi dolosi, rapimenti di persone di ogni ceto economico. In quel lasso di tempo, ‘El Neto’ avrebbe commesso almeno cinquanta sequestri, secondo quanto riferito dall’Ufficio del Procuratore Generale dello Stato di Chihuahua (FGE Chihuahua).

Nonostante la sua giovinezza, in breve tempo “El Neto” divenne un gruppo di uomini sotto il suo comando, che comprendeva funzionari di istituti bancari, che gli fornirono dettagli sui conti bancari di possibili vittime.

Era un membro della banda di rapitori “Los Lalos”, formata dai figli del suo mentore, i cui membri sono cresciuti e la cui caratteristica principale è che la maggior parte di loro erano minori.

Le cifre che chiedevano per il riscatto delle loro vittime andavano da 80.000 a un milione e mezzo di pesos e l’agenzia registra che solo tra il 2007 e il 2009 sono stati commessi almeno 24 sequestri casuali di persone: uomini d’affari, vicini di casa, persone in strada ecc

Nel 2009, ‘La rete’ fuggì negli Stati Uniti dopo l’arresto del suo leader, ma dopo essere scomparso per alcuni mesi, è tornato per ricongiungersi alla banda, che ha mantenuto le sue operazioni ed è diventata più potente. I loro grandi guadagni monetari hanno permesso loro una vita di lusso e viaggi.


Era lo stesso anno in cui lo era catturato dalle truppe dell’Ufficio del Procuratore Speciale per le indagini sulla criminalità organizzata (Seido). Dopo diversi mesi di processo contro di lui, un giudice lo ha condannato a scontare più di 220 anni di carcere.

I suoi tentativi di fuga risalgono al dicembre 2010, quando insieme al suo compagno di band, César Vega, ha corrotto alcune guardie. Ma quando erano in strada sono stati intercettati da un poliziotto ministeriale, con il quale hanno scambiato colpi.

Lì “El Neto” è stato colpito all’occhio destro ed è stato riportato nella sua cella. Il suo compagno è scappato ma è stato ripreso 5 anni dopo nella città di El Paso, in Texas, ed era uno dei detenuti morti durante la fuga domenica scorsa.

La morte di ‘El Neto’ a Ciudad Juárez

Il governatore di Chihuahua, Maru Campos, ha affermato che il suo governo ha chiesto alla Federazione di trasferire detenuti altamente pericolosi nelle carceri di massima sicurezza; L’elenco includeva “El Neto” e altri membri di “Los Mexicles”.

Nell’agosto dello scorso anno, l’imminente trasferimento del criminale è stato interrotto a causa di un tentativo di sommossa e di una serie di omicidi contro civili compiuti da sicari nelle strade.

Quel giorno fu battezzato come “giovedì nero”, per via della morte e del caos generati dal gruppo criminale, orchestrato dal carcere, appunto da Piñón de la Cruz.

Questa domenica ha raggiunto il suo obiettivo di uscire di prigione. Ma la sua libertà è durata poche ore.

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