Tabacco… il nostro peggior nemico?

Quando il governo intende impedire alla popolazione di compiere atti che potrebbero arrecarle danno, il modo che utilizza per impedirne il compimento è attraverso l’individuazione della condotta incriminata e la sua inclusione nel codice penale. La legislazione penale ha lo scopo di evitare la consumazione dei reati: da un lato, punendo in modo esemplare quelli che vengono commessi, e dall’altro, semplicemente e semplicemente indicando quali sono, con cui le persone evitano di mettersi in quella situazione di non essere portato in tribunale e, nel peggiore dei casi, in carcere.

Si potrebbe affermare senza equivoci che la produzione e il commercio di sostanze stupefacenti, che generano grande dipendenza e causano la morte, costituisce un chiaro esempio di motore deliberativo sulla necessaria elevazione di tale condotta al rango di reato – per punirne il compimento e, con questo, persuadere la popolazione…indurre indirettamente a non realizzarlo-. Si potrebbe dire lo stesso del consumo di alcol? Peggio ancora, il consumo di grassi idrogenati o zucchero potrebbe essere criminalizzato?… alla fine, dannoso e mortale come alcune droghe.

Il tema è rilevante, perché siamo in una fase introduttiva, quasi preparatoria, di un dibattito in cui si potrebbe decidere, da un lato, che il consumo di cannabis cessare di essere illegali come in alcune altre parti del mondo, sulle quali esistono interessanti tesi attraverso le quali la Corte Suprema di Giustizia ha interpretato e difeso un diritto umano al libero sviluppo della personalità, sebbene, contemporaneamente, dall’altra, l’Esecutivo federale abbia già emanate riforme ad un regolamento attraverso il quale vieta il consumo di sigarette di tabacco negli spazi aperti, a tutela dei non fumatori, che ci porta in un mondo di contraddizione assoluta.E poi, finirà per vietare anche la vendita di dolci?

Questa non è una difesa del tabacco. È doloroso assistere alla difficoltà che i pazienti affetti da BPCO incontrano nella respirazione, quella terribile sindrome che provoca la dipendenza dalle sigarette. Si tratta piuttosto di interrogarsi sull’interventismo del governo e su una possibile mancanza di coerenza.

Se viene avvertito che il tabacco è così dannoso per la salute e lo scopo è impedire a chiunque di consumarlo, allora il governo dovrebbe affrontare questa realtà e discutere la possibile criminalizzazione del tabacco, e nel processo chiudere tutte le possibilità che venga consumato marijuana , che è ugualmente dannoso e crea dipendenza. Una soluzione al fumo, mano nella mano con una liberazione da cannabisè visto come un ordine pubblico schizofrenico.

È vero che i problemi dei tabagisti vanno combattuti, ma i divieti non sono mai stati efficaci nel risolvere i problemi, perché non risolvono i desideri compulsivi dei pazienti e rendono solo più difficile il processo di acquisizione della sostanza. costoso e avvolgerlo in un alone di misticismo che lo rende più appetibile per il consumatore – era già successo con l’alcol negli Stati Uniti un secolo fa.

Nell’articolo 65 Bis del Regolamento della Legge Generale per il Controllo del Tabacco, le cui riforme sono state pubblicate nel Diario ufficiale Il 16 dicembre è stato stabilito un divieto, tra l’altro in materia di pubblicità, in questo caso: di consumare tabacchi negli spazi di concorso collettivo, tra i quali sono compresi patii, terrazzi, balconi, parchi di divertimento, aree giochi o luoghi dove i bambini e adolescenti, parchi di sviluppo urbano, parchi sportivi, spiagge, centri di spettacolo e intrattenimento, tribunali, stadi, arene, centri commerciali, mercati, hotel, ospedali, centri sanitari, cliniche mediche, luoghi o luoghi di culto religioso, luoghi di consumo o servizio di ristorazione, fermate dei trasporti e altri spazi che saranno definiti dal Ministero della Salute.

È vero che i non fumatori si sentono minacciati dal consumo di sigarette come accade dall’approvazione della Legge per la Protezione dei Non Fumatori a Città del Messico, le cui origini risalgono al 2004? In senso stretto, i non fumatori sono forse più colpiti dall’emissione di particelle inquinanti da autoveicoli, fabbriche e aeroplani con cui convivono le grandi città, che dal fumo dei fumatori. Il trattamento che finisce per essere riservato al tabacco, che causa discriminazioni regolamentari, è iniquo e potrebbe essere sproporzionato.

In fin dei conti, la verità è che davanti alla Magistratura Federale si svolgerà un’interessante discussione, per le tante cause di incostituzionalità che finiranno per essere sollevate nelle cause amparo. Può un regolamento contenere divieti come quello previsto dal citato art. 65 Bis? Un tale trattamento dovrebbe essere riservato a quel prodotto, quando ce ne sono altri il cui danno per la salute è paragonabile?

Quando questo problema è stato sollevato durante il governo dello stesso Andrés Manuel López Obrador nel DF, la magistratura ha finito per favorire le norme promosse dalla sua amministrazione. In virtù di un principio che regola la tutela contro le leggi, per il quale si impedisce che una sentenza che dichiari l’incostituzionalità di una di tali norme generali produca effetto generale, allora si decise che l’incostituzionalità di quella prima legge non poteva essere dichiarata che vietava il consumo di tabacco nei ristoranti.

L’amparo è cambiato e anche la tutela dei diritti umani sullo sviluppo della personalità. Il letale divieto che prevede… un regolamento!, in lotta frontale contro chi ama fumare le proprie sigarette, ha ancora una bella storia davanti.

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